Cambiamo in continuazione programmi, siamo ormai passati da una società liquida ad una gassosa. Ci stiamo abituando al nulla è certo, da un momento all’altro siamo pronti alle evenienze ma ne paghiamo le conseguenze con una devastazione psicologica, sociale, etica e religiosa. Forse è il momento di riflettere, di fermarsi e di cercare dei riferimenti saldi. Il compito arduo di ogni educatore in questo momento è proprio quello di far sentire l’esigenza di avere dei riferimenti certi in un mondo che invece ti comunica di andare veloce senza orientamenti che, invece, ogni uomo necessita!
Stiamo assistendo inermi a tragedie consumate dentro le mura domestiche, in cui si perde il senso della ragione ed ogni volta la mia riflessione cade su un senso di responsabilità sociale a cui tutti siamo chiamati ma che al contempo nessuno risponde perché facciamo finta che non ci riguarda!
Le nuove sfide educative sono sempre più urgenti e attendono risposte concrete, ma come si può rispondere concretamente in una società gassosa?
Forse un percorso interessante sarebbe quello del riappropriarsi di due categorie reali come lo spazio e il tempo.
Spazio fisico, reale e anche virtuale ma visto come opportunità e non surrogato.
Tempo che ha bisogno di tempo. Una pianta per crescere ha bisogno di tempo! Nella pedagogia educativa il tempo ha un ruolo fondamentale.
In chimica e in fisica, il passaggio diretto dallo stato solido a quello aeriforme, senza passare attraverso la fase liquida, si chiama sublimazione, la stessa parole viene utilizzata nella sfera spirituale ma con un significato molto più intenso, come elevazione, soprattutto in senso spirituale o morale. Ecco, in questo periodo storico tocca a noi scegliere cosa diventare e a cosa tendere ed educare… se ad una sublimazione chimica o spirituale!
di Giovanna Cavaleri