Nell’esperienza comune, la dimensione più conosciuta della Quaresima è quella della penitenza. Basta osservare come il colore dei paramenti dei sacerdoti passi dal verde al viola, oppure, come buona pratica ascetica, al catechismo ci hanno insegnato a compiere dei piccoli sacrifici o opere di penitenza, comunemente chiamati: “fioretti” (non ditemi che almeno una volta nella vita anche voi non avete mangiato la Nutella per quaranta giorni!!!). La Quaresima non si esaurisce completamente in questo modo, ma possiede altre dimensioni come la fede, la speranza e la carità, forse meno conosciute, ma al contempo molto importanti.
Prima di tutto, possiamo osservare come la quaresima sia legata direttamente alla Pasqua. Essa, infatti, è il periodo di quaranta giorni antecedente la Pasqua, che ha come inizio il Mercoledì delle ceneri e come compimento il Giovedì santo (escluso). Il numero di quaranta giorni è simbolico e ricco di significato: esso è ispirato ai quaranta giorni di Gesù nel deserto prima di iniziare il suo ministero pubblico, o anche, i giorni che trascorse Mosè sul monte Sinai.
Fin dagli inizi, la quaresima è stata vista come un tempo di ascolto più frequente della Parola di Dio, di intensa preghiera e di digiuno per favorire l’incontro con Dio nel giorno della Pasqua del Signore. Inoltre, durante la Quaresima, si preparavano i catecumeni al Battesimo, che avveniva, insieme alla Cresima e all’Eucaristia, la stessa notte di Pasqua. Quest’ultima dimensione battesimale della Quaresima è stata persa nei secoli a causa della pratica del battesimo dei bambini al di fuori della notte di Pasqua e la conseguente diminuzione dei battezzati adulti. Dunque, il sacramento del Battesimo è legato alla Pasqua, poiché esso è la prima Pasqua del cristiano, il primo passaggio fondamentale dalla morte alla vita, che caratterizza il nostro essere cristiani. Questo è confermato nella celebrazione della veglia pasquale, quando ricordiamo le promesse battesimali.
All’inizio di questa Quaresima 2021, segnata dalla situazione globale attuale, come possiamo vivere concretamente questo tempo forte proposto dalla Chiesa?
Anche quest’anno possiamo scegliere di fare molte rinunce e molti fioretti, che ci avvicinano a Dio e ci accompagnano verso la nostra conversione, ma voglio proporvi un nuovo impegno, forse diverso ma pieno di significato.
Questa proposta nasce da una lunga riflessione scaturita durante i giorni del lockdown, poiché la Bibbia era l’unica alternativa valida e vivificante alle varie “Messe in streaming”. Infatti, ho molto riflettuto sull’importanza della Parola di Dio nella nostra vita, poiché attraverso di Essa, Dio stesso si manifesta e si rende presente a colui che la legge e la medita.
Sulla scia dell’insegnamento di San Girolamo: “ignoranza della Scrittura, ignoranza di Cristo”, voglio proporvi l’impegno di leggere e meditare la Parola di Dio durante la Quaresima. Ovviamente, risulterebbe impossibile leggerla per intero in soli quaranta giorni, perciò vi propongo di dedicare solo 10 minuti del vostro tempo per leggere e meditare il Vangelo del giorno (potete trovare numerose applicazioni, o semplicemente cercare: “Vangelo del giorno” su internet).
In questo ascolto più frequente della Scrittura si esprime maggiormente lo spirito della Quaresima, poiché la Parola di Dio suscita la nostra conversione, gli insegnamenti che vi troviamo risvegliano la nostra fede, e provocano in noi un dialogo con Gesù. In altre parole, leggere e meditare il Vangelo del Giorno non sarà solamente un atto di semplice conoscenza, ma ci aiuterà a far nascere la nostra preghiera spontanea verso Cristo e a maturare nella nostra fede.
Questa dinamica non l’ho inventata io, ma ci è stata suggerita già nel Concilio Vaticano II, in particolare nella Dei Verbum, costituzione dogmatica sulla Divina Ispirazione, ci viene spiegato come la Bibbia è stata ispirata dallo Spirito Santo e come ci consegna la verità che Dio ha voluto rivelare. «Pertanto ogni Scrittura divinamente ispirata è anche utile per insegnare, per convincere, per correggere, per educare alla giustizia, affinché l’uomo di Dio sia perfetto, addestrato ad ogni opera buona» (Dei Verbum n.11).
Approfittiamo di questo momento forte, come la Quaresima, per far crescere il nostro amore verso la Scrittura e di conseguenza verso Dio e verso noi stessi.
Papa Francesco, nel suo messaggio per la Quaresima 2021, ci esorta alla conversione attraverso tre condizioni: «Il digiuno, la preghiera e l’elemosina. La via della povertà e della privazione (il digiuno), lo sguardo e i gesti d’amore per l’uomo ferito (l’elemosina) e il dialogo filiale con il Padre (la preghiera), ci permettono di incarnare una fede sincera, una speranza viva e una carità operosa».
Cercando di crescere in queste dimensioni, potremmo vivere una Quaresima ricca e piena di frutti dello Spirito, ma in particolare, possiamo incamminarci per scoprire pienamente il dono che ci è stato consegnato nel Battesimo e viverlo in questa nuova Pasqua di resurrezione: «essere Figli di Dio in Cristo».
di Angelo Porrello