Lo scorso 9 ottobre 2021 il Santo Padre Francesco ha inaugurato il percorso sinodale che ci condurrà alla XVI assemblea generale ordinaria del sinodo dei vescovi.
La tematica affrontata in questo nuovo sinodo sarà la sinodalità.
Esso si inserisce dopo quello incentrato sulla famiglia (2014/16) sui giovani (2018) e quello sull’Amazzonia (2019).
Il tema della sinodalità è stato già definito da Papa Francesco come «il modo di essere chiesa oggi, secondo la volontà di Dio, in una dinamica di ascolto e di discernimento dello Spirito Santo».
La parola sinodo indica etimologicamente il «camminare insieme lungo la via». Proprio in questo senso venne istituito già da Papa Paolo VI come organismo consultivo all’interno della Chiesa nel 1965.
Dunque, un sinodo sulla «sinodalità» ha come obiettivi:
- Fare memoria della presenza dello Spirito Santo come guida della Chiesa;
- Vivere un processo ecclesiale che implichi la partecipazione e l’inclusione di tutti;
- Riconoscere e apprezzare la ricchezza e la diversità dei doni e dei carismi che lo Spirito dispensa liberamente per il bene della comunità e a beneficio dell’intera famiglia umana;
- Esaminare il modo in cui nella Chiesa sono vissuti la responsabilità e il potere;
- Riconoscere la comunità cristiana come un soggetto credibile e un partner affidabile per impegnarsi in cammini di dialogo sociale, di guarigione, di riconciliazione, d’inclusione e di partecipazione, di ricostruzione della democrazia, di promozione della fraternità e dell’amicizia sociale;
- Rinnovare e rafforzare le relazioni tra i membri delle comunità cristiane, così come tra le comunità e altri gruppi sociali.
In altre parole, questo sinodo vuole promuovere e avviare dei processi e dunque «far germogliare sogni, suscitare profezie e visioni, far fiorire speranze, stimolare fiducia, fasciare ferite, intrecciare relazioni, risuscitare un’alba di speranza, imparare l’uno dall’altro, e creare un immaginario positivo che illumini le menti, riscaldi i cuori, ridoni forza alle mani» (DP, 32).
Affinché la Chiesa possa essere sinodale, deve possedere tre chiavi indispensabili: la comunione, la partecipazione e la missione. Esse scaturiscono da un ascolto vicendevole dello Spirito Santo, dunque in un contesto spirituale, radicato nella liturgia, nella Parola di Dio e nella preghiera. Da un’esperienza vissuta insieme: non da un semplice avvenimento ma da un processo di vita.
Il processo sinodale ha non solo un punto di partenza, ma anche un punto di arrivo nel Popolo di Dio, sul quale, attraverso il riunirsi dell’Assemblea dei Pastori, devono essere riversati i doni di grazia concessi dallo Spirito Santo.
«Il cammino sinodale si snoda all’interno di un contesto storico segnato da cambiamenti epocali della società e da un passaggio cruciale della vita della Chiesa, che non è possibile ignorare: è nelle pieghe della complessità di questo contesto, nelle sue tensioni e contraddizioni, che siamo chiamati a scrutare i segni dei tempi ed interpretarli alla luce del Vangelo» (GS 4)(PD 4).
- La tragedia globale della pandemia di Covid-19;
- Le disuguaglianze e le ingiustizie: massificazione, frammentazione, la condizione dei migranti, le divisioni all’interno dell’unica famiglia umana;
- Il grido dei poveri e il grido della terra.
Siamo tutti nella stessa barca… L’unica famiglia umana nella nostra casa comune.
«In questo contesto, la sinodalità costituisce la via regale per la Chiesa, chiamata a rinnovarsi sotto l’azione dello Spirito e grazie all’ascolto della Parola» (DP 9).
Per questo motivo, abbiamo deciso di accompagnarvi periodicamente in questo processo sinodale, affinché possiate sentirvi maggiormente parte attiva della riflessione di tutta la Chiesa. Non ci resta che augurarvi un buon cammino (sinodo) e una buona riflessione.
di Angelo Porrello